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riabilita fvg:
un punto di riferimento per
la chirurgia del gomito

AUTOSTRADA

Uno staff d'eccellenza e le tecnologie più avanzate rendono Riabilita FVG un punto
di riferimento per i percorsi riabilitativi della mano dell’adulto e del bambino

Il gomito, articolazione ancora tutta da scoprire, costituisce un ambito altamente specialistico della chirurgia ortopedica e traumatologica. Una compromissione della sua funzione, di fatto rende inabili le più elementari funzioni della mano: come cibarsi o accudire alla propria igiene.

Il gomito è un’articolazione che si compone di più articolazioni: si compone dell’articolazione tra omero e ulna, dell’articolazione tra omero e radio e dell’articolazione tra radio e ulna.

Oltre alle strutture capsulo-ligamentose anteriore e posteriore, il gomito è stabilizzato da due legamenti principali: quello collaterale mediale (ulnare) e quello collaterale laterale (radiale).

Le patologie più conosciute – nel vissuto quotidiano – sono il «gomito del tennista» e il «gomito del golfista». Esse rappresentano tipicamente delle situazioni di sovraccarico dei tendini estensori e flessori.

“La mano è l’organo più prezioso
che noi possediamo.
La perfetta coordinazione
tra cervello e mani
ha determinato il destino
dell’uomo e il suo posto
nella natura.”

R.G. Pulvertaft

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Dott. Nicola Collini
Direttore Sanitario Riabilita FVG

Medico Chirurgo
Chirurgo della mano
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva

La Chirurgia della Mano è quella branca specialistica dell’ortopedia che affronta sia le lesioni traumatiche
della mano, del polso e del gomito subite sul lavoro
o in ambito domestico e durante le attività del tempo
libero, oppure le patologie più o meno gravi di natura infiammatoria o reumatico-degenerativa.

L’unità funzionale mano-polso-gomito rappresenta nell’uomo, sin dalla nascita, un elemento indispensabile
per la vita. Essa permette, grazie alla funzione di pinza
e di presa, supportata dalla presenza di un pollice opponibile, la manipolazione di oggetti – ad esempio portarsi il cibo alla bocca – ed il loro utilizzo, l’esplorazione del mondo circostante, fondamentale nell’apprendimento
e nel mondo delle relazioni.
La mano, uno degli organi più complessi del corpo umano, è composta da 27 ossa, 18 muscoli, 24 tendini, 2 grossi vasi, 3 tronchi nervosi e da una ricca rete di vasi e terminazioni nervose.

Particolarmente esposta a possibili traumi, la cui cura richiede grande esperienza. Basti pensare che il 70% degli infortuni sul lavoro colpisce le mani.

Per tutte queste ragioni, il trattamento delle patologie della mano va riservato a chirurghi altamente specializzati che si occupino quasi esclusivamente di questa branca della medicina che raccoglie in sé nozioni di chirurgia ortopedica e traumatologica, di microchirurgia e di chirurgia plastica.
Ed ancor più fondamentale è il ruolo del riabilitatore che, ricco di nozioni di ergoterapia e di fisioterapia, in cooperazione con il chirurgo, sarà il fautore della ripresa della funzionalità della mano.

Chirurgia del gomito, cosa trattiamo:

Epicondilite (o gomito del tennista)

Approfondisci

Epitrocleite (o gomito del golfista)

Approfondisci

Sindrome del tunnel cubitale

Approfondisci

Rizoartrosi e artrosi del gomito

Traumi ed esiti del gomito

Approfondimenti
Epicondilite

Si tratta di una delle più comuni patologie infiammatorie dell’apparato estensorio, nella fattispecie del gomito, comunemente conosciuta anche come “gomito del tennista“.

Essa può essere la conseguenza di un errato sovraccarico funzionale a carico dell’inserzione alla regione epicondilica del gomito dove si inseriscono i muscoli che estendono le dita della mano e del polso. Tale infiammazione può certamente – come appunto per un tennista – originare per un’attività sportiva intesa e non preparata opportunamente ad esempio da un personal-trainer o per un determinato tipo di lavoro ripetitivo e/o pesante. Ovvero in tutte quelle situazioni in cui vi sia uno squilibrio di tensioni muscolari, stress meccanici e di carichi di fatica muscolare tali da infiammare la regione laterale del gomito.
I sintomi tipici sono il dolore spesso accompagnato anche da una sorta di gonfiore, la limitazione funzionale e perdita di forza nel sollevare anche oggetti di uso quotidiano

Terapia conservativa
Il trattamento conservativo è spesso risolutivo se svolto da un’equipe di professionisti esperti. Certamente il ricorso all’infiltrazione di cortisonico, acido ialuronico o PRP (plasma piastrinico) può essere di aiuto per iniziare la terapia. Questa deve essere principalmente impostata sull’esercizio motorio riabilitativo eseguito sotto super-visione dal fisioterapista: l’allungamento o stretching muscolare e il successivo potenziamento degli estensori del polso e delle dita con uso di carichi di lavoro con bande elastiche o leggeri pesi. A questo l’uso di terapie analgesiche come la tecarterapia o la ancor più recente magnetoterapia ad elevati impulsi (EMTT -terapia extracorporea a trasmissioni magnetica) sono un supporto all’esercizio fisico riabilitativo Una menzione particolare si deve dedicare anche alla terapia con Onde d’Urto Focali (F-ESWT Focal-External Shock Wave Therapy) che ad oggi è l’unica terapia non chirurgica che gode di un ampio sostegno della letteratura scientifica.
Terapia chirurgica

Qualora il trattamento conservativo non dovesse ottenere i risultati sperati si può ricorrere alla chirurgia. Si tratta di un breve intervento, spesso in anestesia locale, che ha come finalità rimuovere il tessuto infiammatorio per fornire gli elementi biometabolici in grado di sviluppare una sorta di rigenerazione tessutale, in grado di fare riprendere la completa funzionalità e forza al gomito. Dopo un periodo di immobilizzazione con tutore sarà sempre il fisioterapista a guidare con esercizi di mobilizzazione e progressivamente riprogrammazione muscolare il completo recupero funzionale che va dai 2 ai 4 mesi.

Epitrocleite
Anche conosciuta come «gomito del golfista» si tratta di una patologia da sovraccarico funzionale questa volta a carico dei muscoli flessori e pronatore dell’avambraccio, particolarmente sollecitati nel gioco del golf e negli sport che prevedono lancio di un oggetto (baseball, giavellotto, martello…). Tali tendini flessori e pronatore che si inseriscono sull’epicondilo mediale del gomito. Il termine tendinosi, usato in casi più avanzati della malattia, serve a descrive un processo degenerativo cronico. Il sintomo principale è il dolore, che all’inizio si manifesta solo compiendo taluni movimenti in flessione come sollavera dei pesi; in seguito diviene continuo, disturbando il riposo notturno e limitando la vita quotidiana. La diagnosi si basa su una visita specialistica di solito corredata da un esame radiologico ed ecografico. In alcuni casi è necessaria una risonanza magnetica per escludere microlesioni ossee, approfondire l’indagine delle strutture tendinee ed escludere patologie associate come cisti tendinee, gangli articolari o tumori.
Terapia conservativa
Il trattamento conservativo è spesso risolutivo se svolto da un’equipe di professionisti esperti. Certamente il ricorso all’infiltrazione di cortisonico, acido ialuronico o PRP (plasma piastrinico) può essere di aiuto per iniziare la terapia. Questa deve essere principalmente impostata sull’esercizio motorio riabilitativo eseguito sotto super-visione dal fisioterapista: l’allungamento o stretching muscolare e il successivo potenziamento degli estensori del polso e delle dita con uso di carichi di lavoro con bande elastiche o leggeri pesi. A questo l’uso di terapie analgesiche come la tecarterapia o la ancor più recente magnetoterapia ad elevati impulsi (EMTT -terapia extracorporea a trasmissioni magnetica) sono un supporto all’esercizio fisico riabilitativo Una menzione particolare si deve dedicare anche alla terapia con Onde d’Urto Focali (F-ESWT Focal-External Shock Wave Therapy) che ad oggi è l’unica terapia non chirurgica che gode di un ampio sostegno della letteratura scientifica.
Terapia chirurgica

In caso di recidiva o se il disturbo persiste per lungo tempo (6-12 mesi) senza alcun miglioramento dopo il trattamento conservativo, si può valutare l’approccio chirurgico che concettualmente richiama lo stesso che si esegue per l’epicondilite cronica. L’intervento serve a rimuovere i tessuti degenerativi e fibrotici e a favorire così i processi riparativi tendinei. Come per l’epicondilite, si tratta di un intervento che si svolge in regime di Day Surgery.

Trattamento post operatorio

All’intervento fa seguito l’applicazione di un tutore per il gomito per circa 3 settimane. Quindi viene avviata la riabilitazione strettamente seguito da un fisioterapista. L’incapacità lavorativa, che dipende dal tipo di attività professionale svolta, può variare mediamente dalle 3 alle 6 settimane.

Sindrome del tunnel cubitale

È un’irritazione del nervo ulnare che si trova compresso contro una parete ossea – il tunnel cubitale – da un tessuto fibroso rigido appena al di sotto dell’epitroclea del gomito. Cause diverse provocano una riduzione dello spazio all’interno del canale cubitale, compromettendo la funzione del nervo.
I sintomi tipici sono parestesie (formicolii), intorpidimento accompagnato da una riduzione della sensibilità a livello del dito anulare, nella parte ulnare (esterna) e del dito mignolo. Negli stadi più severi si può constatare un calo della forza di presa della muscolatura della mano (muscoli intrinseci), provocando difficoltà nelle attività quotidiane.

La diagnosi viene posta al termine della vista clinica di uno specialista e dalla esecuzione –  come per il tunnel carpale – di una elettromiografia del nervo ulnare.

Terapia conservativa

La terapia conservativa – come per la sindrome del tunnel carpale – e poco efficace ad alleviare i disturbi.

Terapia chirurgica

L’intervento chirurgico consiste nell’apertura del tunnel cubitale per decomprimere il nervo. L’operazione viene eseguita in anestesia locale. In rari si deve eseguire una trasposizione sottocutanea del nervo per evitare che l’infiammazione del nervo possa ripresentarsi.

Trattamento post operatorio

L’incapacità lavorativa, che dipende dal tipo di attività professionale svolta, può variare mediamente dalle 3 alle 6 settimane.

Sindrome del tunnel Carpale

Dito a scatto

Rizoartrosi

M. di Dupuytren

Artrosi della Mano

Epicondilite

Scafoide

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RIABILITA FVG
Studio Medico Multidisciplinare
Skylevel Business Center
Via Alpe Adria, 6 – Tavagnacco
33010 Feletto Umberto – (UD)

Tel. 0432 545531
Tel. 375 7894727

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Direttore Sanitario Dott. Nicola Collini
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